mercoledì 16 settembre 2015


Filastrocche, contorsioni e tattiche di addormentamento

Ho appena adagiato la piccola Frida nella sua culla.

Adagiare è la parola esatta per rendere al meglio quel complesso e delicatissimo insieme di movimenti sussultori e ondulatori che dall'alto della braccia con una lentezza esasperata - immaginate il super rallenti che Sky propone per una partita di calcio in cui si vede anche la goccia di sudore staccarsi in venti lunghissimi secondi dai capelli del centravanti di turno  - conduce il corpicino in balia del sonno dentro la culletta. 

Cerco pure di non respirare, mi profondo in movimenti  degni di una contorsionista bielorussa, diminuisco i battiti del cuore pur di non rovinare il paziente lavoro di svariati minuti che hanno consegnato Frida al mondo dei sogni. Un Mondo che può deflagrare per un nonnulla e che ti riporta al fatidico momento in cui è di nuovo sveglia.

Frida (particolare della mano) - 25 agosto

Anche stasera mi è capitato. Avevo lavorato ai fianchi la bimba con i miei tre cavalli di battaglia: tre "ninna nanna" (meglio dire "Nursery rhymes" - cioè filastrocche) cantate in inglese che ho imparato e le propino a ripetizione (con lei la maggior parte del tempo parlo in inglese e canzoni e filastrocche mai in italiano). 

La prima è TWINKLE TWINKLE LITTLE STAR e parla di una stellina luccicante e di un bambino che non capisce cosa sia. è una filastrocca dal ritmo molto blando che a volte finisce per addormentare più me che lei. 

La seconda (e mia preferita) è HUSH LITTLE BABY. È una filastrocca del tutto surreale e senza senso che devo assolutamente raccontarvi. Parla di un padre disperato che cerca di non far piangere la propria bimba e per far questo le regala prima un tordo americano che canta (!) Ma le dice che se non dovesse cantare allora le darà in dono un anello di diamanti [ah si comincia bene...]. Questi però potrebbe tramutarsi in ottone e allora a questo punto le regalerebbe uno specchio [certo che passare da un gioiello a uno specchio non mi sembra una mossa gentile e generosa]. E anche questo potrebbe avere problemi cominciando a "creparsi". E allora il padre premuroso cosa fa? le prende un Caprone!  [chi non regalerebbe un "billy goal" a sua figlia!] Però questo simpatico animale potrebbe rifiutarsi di trainare. Il padre disperato non si perde d'animo e pur di zittire la figlia passa a prenderle un carretto con bue. Ma siamo in una filastrocca pessimista, quindi il carretto potrebbe rovesciarsi. Per amor di figlia (e di rima sopratutto) il dolce papà le prende un cane di nome Rover. E indovinate che succede? Rover non abbaia. E io e voi diremmo: meglio! No, il padre di questa bambina decide che non è giusto che un cane non abbai e quindi se dovesse accadere questo malaugurato silenzio passerebbe all'ultimo regalo: un carretto con cavallo (questa volta). Logicamente ci troviamo di fronte a un nuovo fiasco: il carretto col cavallo ha buone possibilità di cappottarsi. E a questo punto la filatrocca come si conclude? Con lui che dice alla piccola che resta comunque la più dolce bimbetta della città. [sinceramente a me pare che una tipa che per zittirsi ha bisogno di tutte queste cose è più una stronzetta che uno zuccherino]

Di solito Hush Little Baby funziona bene, ma non sempre. E allora il mio repertorio si è ingrandito con THE WHEELS ON THE BUS. Non ve la faccio lunga, ma è la filastrocca di un autobus e delle sue varie parti con varia gente a bordo. Ha molto ritmo e di solito riesce a mettere a nanna la piccola Frida.

Frida 2 settembre
Comunque dopo aver tenuto in braccio la piccola Frida (che diventa sempre meno piccola. siamo al 50° giorno, pesa già 5.3kg e ha un'altezza ragguardevole, tanto che il pediatra oggi ci ha detto - leggendo i famigerati "percentili di crescita" - che con il suo 97% ha pochi rivali della sua età in salerno e provincia) ed essermi causato una necrosi degli arti, cantando (così stonato che credo che si addormenti per non sentirmi più) e camminando per le stanze di casa: finalmente ha chiuso gli occhi.

Come dicevo: vado a deporla in culletta - con la dovizia che un calligrafo giapponese mette nella cura del disegno di un kanji - e appena tocca la superficie morbida del materassino sento lo scatto delle palpebre e i suoi immensi occhi (per ora azzurri) mi fissano come i fanali di un auto aggressiva che sta per investirti.

Io la guardo a mia volta, quasi fossi un ladro che è stato appena colto in flagranza di delitto. Lei sembra dirmi: "ma cosa diavolo stai facendo? Rimettimi su!" (a volte immagino Frida come se fosse Stewie dei Griffin).

Annuisco e la riporto tra le braccia ricominciando il valzer delle filastrocche assurde. E riesco di nuovo a farla crollare. E qui arriviamo all'inizio della storia (ovvero di questo post), quando ho appena adagiato la piccola in culla. Ma sento già dei rumori sospetti venire a galla minacciosi da quel lettino... mi sa che .... 





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