mercoledì 19 agosto 2015


Cronaca di una notte interrotta

Sono le 6:27 e scrivo dalla mia cucina al primo piano. Scatto anche una foto. Voglio farvi sedere accanto a me. Voglio farvi sentire il caldo silenzio che ora è sceso in casa. A pochi centimetri da me  (fuori campo) la culla-navicella in cui sembra abbia trovato pace Frida dopo due ore di veglia coatta.


Scrivo piano, battendo i tasti con la delicatezza con cui una ricamatrice fiamminga confeziona il suo merletto prezioso. Ho paura di ritrovarmi improvvisamente dentro uno "strepito" della piccola, a tu per tu con una nuova veglia

Questa è la prima notte dal suo arrivo nella vita in cui sono stato costretto a sacrificare sull'altare della genitorialità un pezzo del mio sonno. Poca roba certo, ma voglio rendervi partecipi dello stato d'animo di un padre in erba appena uscito dalla trincea di una notte interrotta. 

Sul viso di molti di voi che ora leggono queste righe mi sembra già di vedere chiaramente  quel "sorrisino" sornione di cui ho già parlato altrove e che sfigura la faccia fino a farla diventare una maschera di un Joker da condominio. Quel sorrisino che dice: "te lo avevo detto che non si dormiva". Oppure "eh quante volte ci sono passato". O ancora "si certo e vedrai ancora". Fino al subdolo: "hai voluto la bicicletta e ora...

Passo sopra al sorrisino, sperando di non averlo mai in dote per il futuro e di non indossarlo quando altri esseri umani di mia conoscenza si imbarcheranno timorosi o sfrontati sulla barca dove da poco ho cominciato il mio viaggio.

Ma ora via alla cronaca. 

Ore 4:15 La sveglia. una serie di suoni terrificanti, degni della mutazione umana in demone di un film horror di serie B, afferra me e Simona dal sonno in cui siamo calati da circa tre ore per scaraventarci nella veglia. Frida si sta risvegliando. Il "mostro" esce dalla caverna. Io ho la fortuna di non amare dormire, anzi la trovo una necessità piuttosto seccante, ma certo se mi svegli così all'improvviso non puoi aspettarti da me una gran lucidità. Quindi come un goffo insetto mando in perlustrazione uno dei miei arti sul tavolinetto alla ricerca del cellulare per capire di che ora si tratta. Mi volto verso Simona chiedendo con tono da ubriaco fradicio se è l'ora della poppata. Lei mi dice, e la sua voce è  impastata non meno della mia, che già l'ha fatta pochi minuti fa. Panico. E ora che si fa? 

Nota per chi non ha figli: il metodo principe per far piombare i neonati nel sonno è attaccarli al seno materno e lì a colpi di latte e poppate si spengono con faccia da ebete, come se avessero bevuto un liquido ipnotico o come se avessero appena spippato dell'oppio cinese. 

ore 4:20 La scoperta. Simona mi chiede di prendere Frida, lei è demolita. È stata da poco prosciugata e allattare stanca (potrebbe essere il titolo di un libro che fa il verso a quel capolavoro di Cesare Pavese che è "Lavorare Stanca"). Io mi alzo con la grazia di un alpinista che vuole danzare l'ultimo atto del Lago dei Cigni. Vado alla culla e nel prendere Frida mi accorgo che c'è una macchia bagnata sulla sua tuta all'altezza della gamba sinistra. Intanto Elrond è sveglio e prende una treccia dal pavimento. Non si sa mai, starà pensando, forse Manlio è impazzito e si gioca così presto. Mi guarda poco convinto, ma pronto. Io dico a Simona: "Ma è bagnata". Lei sbuffa, quella santa donna dovrà alzarsi comunque. Bisogna cambiarla. Porto la bambina al fasciatoio stando bene attento a non sporcarmi su quella macchia misteriosa della tutina. È giallastra quindi immagino sia pipì.

Mi sbaglio. Simona emana il verdetto con la solerzia di un impiegato capace: "è cacca". Io ho problemi finanche con la parola, figuriamoci con l'oggetto verdastro e molle (questa è la forma con cui si presenta quella dei neonati, mi dicono) che quel termine sta ad indicare. Io assisto Simona al fasciatoio mentre la cambia, come uno di quegli studenti di medicina che in sala operatoria è stato portato con la forza e che ora passa gli strumenti al chirurgo, sempre sul punto di svenire.

Immagine di repertorio - Fasciatoio 2 agosto

ore 4:45 Poppata secondo atto. Per qualche minuto mi posiziono Frida in braccio per provare a "stenderla". Ma è tutto inutile. Simona mi propone di rimetterla al seno. A mali estremi, i soliti rimedi. Poppa di gusto, ma a sorpresa l'unica a cadere vittima del sonno è la madre. Quando si stacca dal capezzolo Frida è più sveglia che mai. Non piange (lo fa molto raramente a dire il vero, preferisce più dei versetti satanici), non si lamenta, ha solo un'espressione vivacissima come se fosse mattina inoltrata.

ore 5 la Ninna nanna senza speranza. Ora ci provo io, Simona è veramente una larva che ha bisogno di dormire per tornare alla vita degli esseri umani. Prendo la piccola e mi siedo sulla Poang  accanto al nostro letto. Il fagottino di 4.2 kg di pura vita è nelle mia braccia. La cullo dolcemente, ma  i suoi occhi giganti sono spalancati su di me come i fanali di un auto americana in un film di gangster anni 40. Mi scruta con espressione interrogativa, mentre provo a cantarle una ninna nanna stonata anche se sussurrata. Invento le parole partendo dalla classica "Ninna nanna ninna oh questa bimba a chi la do".  Ci metto dentro personaggi assurdi nel ruolo di "baby sitter": Bue nero, lupo bianco, freddy krueger, l'ape regina, sommarello bello, vecchio Bob e così via. Logicamente nessun effetto. Intanto Elrond viene a poggiare teneramente la sua testa sulle mie cosce. sembra mi stia implorando di smetterla.

ore 5:18  L'ultima spiaggia - A questo punto provo un altro strumento ipnotico. quello che io chiamo lo "strolling sul posto". Ovvero inserire la piccola nella sua culla-navicella e cominciare a passeggiare per casa (o in giardino quando il clima lo permette) andando avanti e indietro o circumnavigando il tavolo della sala da pranzo. Scendo al piano sottostante, nella "zona giorno" con Elrond al seguito. Posiziono Frida e comincio lo strolling. Sono così stanco che nei primi giri sbatto praticamente ovunque: le ruote contro la gambe del tavolo, il mio ginocchio contro uno spigolo, la parte alta della culla contro la mensola del camino e così via. Più che un tentativo di addormentarla sembra di essere in un quadro di Super Mario Kart. 


ore 5:32 Elrond abbandona. In tutto questo il mio povero cane (che amo anche per la sua infinita pazienza) mi segue come se stessimo passeggiando per strada e non nello spazio angusto del salone. Poi a un certo punto si accascia sul pavimento esausto. Lui almeno dorme. Dura poco. Si rialza sconsolato. Mi guarda e si avvia alle scale per ritornare su: nella zona notte. La sua espressione è stupenda: si ferma a mezza scala e mi guarda. Giuro: sembra dire "che dici torniamo su? qui non c'è speranza". Io ricambio il suo sguardo, alzo le spalle e continuo il mio pellegrinaggio con culla. Ci manca poco che non scuote la testa prima di scomparire verso i piani superiori. Io intanto guardo Frida che senza emettere un suono ha lo sguardo curioso di chi vuole scoprire il Mondo. Alle 5:30 del mattino!

ore 6:15 E il sonno venne. Quando le speranze stanno per abbandonarmi scopro dei cenni di cedimento nella mia bambina. Uno sbadiglio. Sono in penombra, quindi cerco di capire se è veramente un piccolo segno di resa o solo la bocca spalancata per reclamare altro latte. Adesso ho sostituito lo "scuotimento cullante" allo strolling disperato (sembrano armi improbabili di Goldrake). E un altro sbadiglio arriva. In cuor mio esulto. Non che si possa più recuperare il sonno, ma almeno sto portando a casa una vittoria e non sono costretto a ritornare da Simona con una sonora sconfitta da padre incompetente.

È lì che dorme ora. Ma non mi fido del tutto, quindi continuo a cullarla per un po'. Per un bel po'. Voglio assicurarmi che non si risvegli, che si tratti solo di un falso sonno. Sai come quando spari ad uno Zombie, ma alla fine non lo hai colpito bene e questi si rialza, più incazzato di prima. Lo so il paragone è dissacrante, ma quanti neo-genitori avete visto nella vostra vita che non possono definirsi più umani, ma "morti viventi"?

La prudenza non è mai troppa. Con gli zombie. E con i neonati che non prendono sonno!

ore 7:55 Frida dorme ancora nella sua culla-navicella









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