lunedì 3 agosto 2015


Una settimana da padre

Come ci si sente da padre?

Questa è la domanda che mi sento rivolgere più spesso in questo periodo (già lontani i tempi quando a questa data, fino allo scorso anno, le persone mi chiedevano: "com'è andato il festival?" davanti ai figli tutto si disintegra, evidentemente). La mia risposta immediata è molto concisa e senza fronzoli: è bellissimo.

Innanzitutto devo ammettere con gioia che tutti i proclami dei "terroristi delle notti insonni" si sono rivelati, almeno fino ad ora, esatti come le profezie dei Maya che avevano visto nel 21 dicembre 2012 la fine del Mondo. quanti messaggi ho ricevuto di persone che dicevano: "benvenuto nel club di chi non dorme la notte". Quante pacche sulle spalle ho sentito mentre la faccia del "paccaro" esprimeva compatimento e afflizione misti a sordido divertimento. Quanti sorrisini sornioni ho dovuto sorbire mente il padre veterano di turno mi indicava con soddisfazione la via del tormento da neo-genitore.

Frida e Simona - 3 agosto 

La verità dei fatti? Fino ad ora (non smetterò mai di precisarlo) questa bambina è consacrata al sonno, alla serenità, alla giusta fame, alla pace. Le notti trascorrono come in balia di un cullare leggero. Si sveglia un paio di volte per attaccarsi al seno materno e quest'è. Io mi desto di soprassalto come un pirata che improvvisamente ha visto la sua nave speronata da una fregata dalla marina inglese. Ma mi riaddormento subito. E la mattina alle 8.30 sono pronto per uscire con Elrond riposato e in armonia con gli elementi.

Durante il giorno Frida è come una brezza leggera. impalpabile, silente, eppure presente. Avere una bambina è come un piccola rivoluzione dei sensi. 

Il silenzio ha preso un'altra forma, più pieno e sereno. Quando dorme, e lo fa tanto, la casa si riempie di una nuvola immobile. È un silenzio nuovo, che non è quella mesta assenza di suoni delle case vuote e nemmeno quello rigido e imposto di chi non sopporta che "si muova una mosca". È il silenzio morbido di chi si sta sintonizzando sulla vita, di chi si prepara all'inizio di una musica nuova che aspettava di ascoltare da tempo.

Anche gli odori sono diversi. La casa è piena della sua fragranza. E anche in questo caso i temibili profeti di sventura che lanciavano "bombe" in forma di pannolini sporchi ("sentirai che profumino!" dicevano col solito ghigno malefico di chi è sopravvissuto e ora si sente invincibile) hanno fallito. Lo so che potrà essere diverso in seguito, ma per ora Frida è il nome di un'essenza aromatica che riempie lo spazio e carezza le pareti.

Frida sul fasciatoio - 1 agosto

Devo ammettere che il ruolo del padre in questa prima fase è, se non accessorio, sicuramente di puro supporto. A volte guardo a me stesso come a quelle patetiche comparse in uno spettacolo teatrale che hanno una sola mezza battuta da dire (tipo "buongiorno signora") e stanno tutto il tempo a provarla, emozionati fino allo sfinimento all'idea di doverla recitare bene e fare una buona impressione, inconsapevoli (o dimentichi) del fatto che la scena è tutta per i veri protagonisti (nello specifico: la madre e la bambina). 

Che può fare questo povero padre-comparsa? cullare di tanto in tanto la figlia. fare da mezzo di trasporto per il fagottino (dalla stanza da letto a quella del fasciatoio, dal divano al letto e così via). Uscire per comprare il necessario. Cucinare quando la madre allatta. Certo tutte azioni lodevoli, ma lontane dal centro del proscenio dove gli occhi di tutti sono puntati e dove ogni giorno lo spettacolo in cartellone (madre con bambina) offre spunti sempre nuovi di tenerezza e di bellezza. 

Eppure ogni tanto capita alla povera comparsa di ritagliarsi una fetta di felicità fuori programma. 

Come l'altro giorno, quando Simona si è giustamente presa un po' di tempo tutto per sé (anche recarsi dall'estetista può essere un segno di uno sperato ritorno alla normalità) e io sono rimasto solo con Frida ed Elrond a casa. Logicamente ho sentito le dita fredda del panico stringersi intorno al collo, quando la piccola ha cominciato a piangere. 

Disorientato come un topo che si trova in mezzo a un prato con un'aquila che volteggia affamata sopra di lui, ho cercato di elaborare un piano di fuga. Armato di coraggio ho raccolto Frida frignante dalla culla e mi sono piazzato davanti alla tv adagiandola sulle mie gambe arcuate a forma di ponte. Mi sono sintonizzato su un bellissimo documentario su Venezia, città del cuore che presto dovrò presentare alla mia bambina, e ho cominciato a cullarla. 

Con l'aiuto del ciuccio (o succhietto o ciucciotto, fate voi... tanto tutti questi nomi mi fanno rivoltare l'intestino crasso. Come al solito gli anglosassoni hanno un termine molto più idoneo e cool: "pacifier", il pacificatore!) e del climatizzatore impostato su una temperatura gradevolissima (e forse del tono monocorde della voce narrante del documentario) dopo poco la piccola è caduta in trance (come testimonia la foto) e io mi sono goduto tre quarti d'ora di puro momento: padre-figlia.

Io e Frida - 31 luglio

Per riassumere: se ora qualcuno mi chiedesse "Com'è avere una figlia?" io risponderei con un sorriso limpido citando (anzi parafrasando) il buon Neruda: "Frida sta facendo con me quella che la primavera fa con i ciliegi".







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