Un passo indietro rispetto all’annuncio della gravidanza. 6 Novembre 2014.
Quando Simona arriva a Doha io sono al colmo della gioia. Lavoro in Qatar già da oltre un mese. Da poco è cominciato l’autunno “arabo”, quindi il caldo è diventato sopportabile (ma mai si scende sotto i 30° di sera), molto meno l’assenza di mia moglie.
Prima del suo arrivo aiutavamo a vincere la distanza e la mancanza grazie alle moderne tecnologia. Skype su tutti. Sicuramente è utilissimo (anzi indispensabile per le relazioni a distanza), ma per quanto tu possa sforzarti di apparire decente nelle “videochiamate” (un termine che mi ricorda subito un’altra epoca, roba da Pippo Baudo e Mike Bongiorno) finisci sempre per somigliare: o a un rospo appena schiacciato da uno pneumatico di una Jeep o a una gallina in brodo. Non c’è nulla da fare, Skype va bene per le chiamate di lavoro, ma per la preservazione del fascino è utile come l’alito per riscaldarsi se resti immobilizzato in una tenda sull’Everest.
Torniamo a noi. Dopo un mese di lontananza, l’arrivo di Simona nel bellissimo hotel Kempiski viene salutato dal mio cuore con balzi di gioia e dal mio corpo con una una sensazione come di ”rifiorimento” (vedi immagine sotto)

La prima notte nel nostro letto con vista sullo skyline di Doha comincia con questo dialogo. M sono io, S è Simona, of course.
S: “vedi che ho interrotto la pillola”
M: ” Ah”
S: “Eh si sono 10 anni che la prendo di continuo, una interruzione serviva, ne ho approfittato che eri fuori”
M. “Ah”
S: “si stiamo attenti, ma tranquillo… il mio ginecologo mi ha detto che dopo l’interruzione ci vogliono mesi prima di ritrovare la fertilità. Forse addirittura un anno”
M: “Ah”
M: ” Ah”
S: “Eh si sono 10 anni che la prendo di continuo, una interruzione serviva, ne ho approfittato che eri fuori”
M. “Ah”
S: “si stiamo attenti, ma tranquillo… il mio ginecologo mi ha detto che dopo l’interruzione ci vogliono mesi prima di ritrovare la fertilità. Forse addirittura un anno”
M: “Ah”
Finito il dialogo, comincia l’azione. E su questo calo il sipario del racconto, lasciando a te indomito e fantasioso lettore immaginare gli accadimenti che ci hanno portato al punto in cui siamo.
Ora alcune considerazioni:
1. È tanto vero che la pillola anticoncezionale presa in maniera prolungata possa atrofizzare o comunque indebolire la capacità di procreare, quanto la credenza che praticare l’autoerotismo porti alla cecità. Per inciso: abbiamo cambiato ginecologo.
2. La nostra piccola “Frida” (questo il nome della bambina frutto di quella notte di passione esotica) nasce con il marchio di chi si è attaccata alla vita con tutta se stessa: se avesse dovuto attendere la nostra voglia di procreazione forse sarebbe invecchiata ancor prima di venire al Mondo. Una Benjamin Button versione femminile per intenderci.
3. Aver concepito a Doha ci darà occasione di costruire in futuro per lei tutta la mitologia della sua nascita. Vuoi mettere essere procreata in Qatar, piuttosto che a Pontecagnano o a Giffoni?!
4. Come mi ha suggerito il mio amico Aurelio, un po’ di tempo fa il governo danese ha inaugurato la campagna “Fallo per la Danimarca!” per incrementare le nascite, pericolosamente basse da quelle parti. Nello spot per lanciare la campagna si citano le statistiche secondo cui il 10% di danesi sarebbero stati concepiti all’estero, e che il 46% delle coppie fa più sesso mentre è in vacanza.
Noi di nostro abbiamo contribuito a innalzare le statistiche italiane. Io l’ho fatto per l’Italia!
Noi di nostro abbiamo contribuito a innalzare le statistiche italiane. Io l’ho fatto per l’Italia!
P.s. la campagna danese prevede una serie di sconti per chi prenota le ferie durante il periodo dell’ovulazione. Una volta incinta, se si manda la prova dello stato interessante si può partecipare a un concorso per vincere una serie diprodotti per l’infanzia. L’iniziativa è aperta anche alle coppie gay e a quelle sterili perché, come recita la pubblicità, “l’importante è partecipare”
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